Grand Hotel dei Castelli - Sestri Levante (GE)

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Cinque Terre

Monterosso

Il borgo di Monterosso è caratterizzato da un centro storico medievale, la parte antica, più ampia rispetto agli altri paesi delle 5 Terre, e dallo sviluppo di un quartiere residenziale moderno, che si estende lungo la spiaggia, sul litorale. L'origine storica di questo paese risale al 643, quando le popolazioni collinari, fuggendo dalle invasioni barbariche, si stabilirono sul mare.
Il nome deriva probabilmente dal colore rosso dei capelli della famiglia allora dominante. In passato, Monterosso possedeva un'importante tonnara, che portò il borgo ad essere rinomato per il suo pescato, soprattutto per le acciughe salate e lo scabeccio, pesce fritto, conservato sotto aceto in barilotti di legno.
Il nucleo originario si trovava sulla collina di San Cristoforo, che oggi separa in due zone il paese, e si sviluppa lungo le sponde del torrente Branco, ora coperto. Monterosso Vecchio è rimasta praticamente intatta e presenta le stesse caratteristiche degli altri borghi delle Cinque Terre, con le tipiche case-torri attraversate dagli stretti carruggi. Essendo preda di continue lotte sul mare, vi furono realizzate diverse opere difensive.
Di questo imponente sistema rimangono il Castello, a strapiombo sul mare, che ingloba tre torri rotonde, alcuni tratti della cinta muraria, la Torre medievale, oggi campanile della Chiesa di San Giovanni, e la Torre Aurora, residuo delle ben tredici torri che nel XVI secolo cingevano il paese. Il moderno quartiere residenziale si snoda invece lungo la passeggiata a mare nella contigua insenatura di Fegina, da cui la zona prende nome. La spiaggia di Monterosso è la più estesa sulla costa delle Cinque Terre ed alterna tratti sabbiosi a scogli isolati. Il litorale, assieme allo sviluppo urbanistico del nuovo quartiere, ha determinato la vocazione turistica del paese, che possiede la maggior ricettività alberghiera della riviera spezzina

Passeggiate
1) Il Santuario di Nostra Signora di Soviore è il più antico santuario mariano della Liguria. È un insieme di più edifici, costituito dalla chiesa, la torre campanaria e la foresteria. Lungo il sentiero che porta al Santuario s'incontra una piccola Cappella votiva, costruzione barocca rivolta ad Occidente. Giunti a Soviore, il campanile si presenta come una torre compatta, sviluppata su tre piani e munita di feritoie, vista la probabile funzione difensiva. Accanto al campanile la Chiesa mostra un portale gotico a sesto acuto ed una lunetta centrale, con un bassorilievo in marmo, raffigurante la Madonna Addolorata. Alcuni elementi architettonici confermano l'esistenza di una primitiva cappella di epoca molto remota, modificata nei secoli, fino a divenire l'attuale Chiesa. Il piazzale del Santuario sovrasta il borgo di Monterosso.Da li si può godere uno splendido panorama ed il sentiero che conduce a Soviore, un tempo battuta via di pellegrinaggio, è un'entusiasmante e rilassante passeggiata nel verde.
2) Il Parco letterario Eugenio Montale cerca di far rivivere al visitatore le emozioni intense dei versi dello scrittore. Guide esperte accompagnano i visitatori tra le terrazze a picco sul mare, in un "itinerario montaliano" accuratamente segnalato da cartelli e precise indicazioni. Il percorso può partire da Fegina, dove si trovano la statua del Gigante e Villa Montale, la casa, in cui il poeta, ancora bambino, trascorreva le vacanze estive, per giungere al centro storico del paese, dove è possibile visitare la chiesa ed il cimitero con la tomba di famiglia, che spesso egli cita nei suoi versi. Ma i "luoghi montaliani" da scoprire sono molteplici: l'intento può essere quello di ricercare le tracce lasciate dal poeta, oppure di intuire i punti che lo hanno ispirato, o semplicemente di abbandonarsi alla lettura ed all'ascolto delle sue poesie, immersi nella natura e nei paesaggi da lui decantati.

Vernazza

Vernazza è il paese delle 5 Terre che più degli altri ha conservato l'aspetto di borgo di mare, grazie al suo comodo e sicuro porticciolo naturale e ad una tradizione marinara nota sin dall'antichità.
Il suo nome deriva dalla "Gens Vulnetia", un'antica famiglia romana, alla quale appartenevano gli schiavi che, una volta liberati, fondarono il paese. Nel corso dei secoli, Vernazza ha goduto di forte rilevanza politica ed economica, come testimonia lo stile delle sue abitazioni e delle sue vie, ornate da logge e ricche di porticati. Anche oggi, appare, infatti, un borgo nobile ed elegante, arroccato ad una ripida scogliera. Il paese si sviluppa lungo il torrente Vernazzola, ora coperto, per risalire sulle pendici di uno sperone roccioso che nasconde l'abitato a chi proviene dal mare. Ripide e strettissime viuzze scendono verso la strada principale che sfocia in una piazzetta situata di fronte al porticciolo. Le sue case, della stessa tipologia delle case-torre di Riomaggiore, Manarola e Monterosso, sono percorse da una fitta rete di stretti carruggi e disposte su vari dislivelli che propongono angoli e scorci sempre nuovi, come Palazzo Porticato che, accessibile da un angusto passaggio, sorge nelle vicinanze del mare. Altri elementi architettonici, che caratterizzano il borgo, si riconducono al complesso sistema difensivo che i Genovesi organizzarono per proteggere Vernazza dai Saraceni, dalle invasioni barbariche, da tutti i loro nemici. Sfruttando l'insenatura naturale del golfo, fu costruito un porto per le galee, che, unico nelle 5 Terre, fu utile durante la lotta con i Pisani. Le numerose fortificazioni, erette già prima dell'XI secolo, furono ripetutamente ampliate in epoche successive. Di esse oggi rimangono alcune testimonianze interessanti, tra cui il Castello dei Doria, le torri vedetta, il Torrione e tratti di mura.

Passeggiate
Il Santuario di Nostra Signora di Reggio fu costruito nell'XI secolo, probabilmente sopra un edificio più antico, come dimostra la cripta sotto il pavimento della chiesa. Il Santuario ha subito, nel tempo, rifacimenti ed aggiunte che lo hanno trasformato da pianta basilicale a tre navate in edificio a croce latina. L'interno è stato arricchito con pitture ed intonaci, l'esterno è, invece, ben conservato in molte sue parti. Questo luogo di culto fu sede della parrocchia di Vernazza, fino alla nascita dell'attuale Chiesa parrocchiale. Caratteristico è l'ombroso piazzale davanti al Santuario, che invita al riposo, al silenzio ed alla meditazione. La difficoltà nel raggiungerlo attraverso un sentiero impervio, il verde incontaminato ed il silenzio che lo circondano, creano un'atmosfera decisamente singolare, misteriosa ed affascinante.

Corniglia

Corniglia si differenzia dagli altri paesi delle Cinque Terre in quanto non si affaccia direttamente sul mare ma si erge sulla cima di un promontorio alto un centinaio di metri, circondato per tre lati da vigneti e terrazze, e nel quarto lato a picco sul mare.
Per raggiungere Corniglia bisogna risalire la "Lardarina", una lunga scalinata di mattoni, composta da 33 rampe con 377 gradini, oppure percorrere una strada carrozzabile che dalla ferrovia conduce al paese. Le origini del paese risalgono all'epoca romana, come dimostra il nome, che deriva da "Gens Cornelia", la famiglia romana, cui apparteneva il possedimento. Anche la struttura urbanistica di Corniglia presenta caratteristiche originali rispetto a quelle degli altri borghi: le case sono più basse, sopraelevate solo recentemente, simili a quelle dei paesi dell'entroterra. L'abitato si sviluppa lungo la strada principale, via Fieschi, e le case, da un lato, si affacciano su questa stradina, dall'altro, guardano il mare. Dal basso, Corniglia sembra un piccolo gioiello di pietra, con strette viuzze ed una terrazza ricavata nella roccia, dalla quale si possono ammirare tutti gli altri quattro borghi, due da una parte e due dall'altra. In alcuni documenti del 1276-77, si ha notizia di un castello del quale ad oggi non si è trovato alcun resto, neppure per rintracciare la sua collocazione. L'unico rudere rimasto, appartenente alle fortificazioni genovesi, è una rocca datata intorno al 1556, posta su una rupe a strapiombo sul mare. Le vigne che circondano Corniglia producono ottimi vini, tra i quali uno dei più noti è il rinomato Sciacchetrà. Questo vino prelibato si ottiene attraverso un particolare processo in cui l'uva viene lasciata appassire al sole per circa un mese, quindi, separata dai raspi, si schiaccia e si spreme. Questo vino dal gusto unico e raro viene prodotto in minime quantità. Il 29 Giugno, in occasione della festività di San Pietro e Paolo, si festeggia la grande "torta dei Fieschi", un gigantesco dolce preparato secondo un'antica tradizione ed offerto in piazza ai partecipanti.

Passeggiate
Sito in località San Bernardino, immerso tra le terrazze e nel verde, si trova il Santuario di Santa Maria delle Grazie, la terza tappa sulla Via dei Santuari, dopo la Madonna di Montenero e la Chiesa di Volastra. Il Santuario di Corniglia fu costruito agli inizi dell'Ottocento, in sostituzione di una più antica cappella che, per tradizione, fu fondata da San Bernardo di Siena. La dedica a Nostra Signora delle Grazie è dovuta ad un antico quadro, raffigurante la Madonna con il Santo senese, al quale si attribuisce l'ispirazione di alcuni eventi miracolosi. Si racconta, inoltre, che San Bernardino restò a lungo a pregare in questi luoghi, un tempo praticamente inaccessibili. Sotto il paese e la stazione ferroviaria vi è lo Spiaggione, una spiaggia di ciottoli bagnata da un mare limpidissimo. Da Corniglia si accede alla spiaggia di Guvano che, per la sua natura incontaminata, è scelto da un variegato popolo naturista.

Manarola

Arroccata su uno scosceso promontorio di roccia scura, con il suo piccolo porto racchiuso tra due speroni rocciosi, Manarola è il secondo borgo delle 5 Terre. Le sue origini sono ancora più antiche di quelle di Riomaggiore, in quanto fu fondato dagli abitanti dell'insediamento, forse romano, di Volastra.
Il suo nome deriva, infatti, dal latino "Manium arula", ovvero tempietto dedicato ai Mani. Le sue case sembrano costituire un unico blocco di pietra, abbarbicato sulla collina, come un grande castello a picco sul mare. Parallelamente alla via principale, che è costituita dalla copertura di un torrente, si snoda la cosiddetta Via di Mezzo, che rivestiva grande importanza nella viabilità del borgo prima della copertura del corso d'acqua. Nella parte più alta dell'abitato, si estende un'accogliente piazza in cui sono concentrati gli edifici religiosi del paese: Chiesa, Oratorio e Torre Campanaria creano un singolare spazio architettonico, che, ancora oggi, è il principale luogo di ritrovo dei manarolesi. Particolarmente curiosa è la piramide in cemento, dipinta di bianco, che, spuntando tra le case, è un segnale trigonometrico per i naviganti. Alle spalle di Manarola si ammirano le tipiche terrazze, con le vigne ed i muretti a secco; scendendo a mare si trovano suggestive passeggiate e punti panoramici di straordinaria bellezza.Tra questi, il sentiero più noto è la Via dell'Amore, che collega Manarola a Riomaggiore. Percorrendo questo breve percorso, tagliato nella roccia a picco sul mare, lo sguardo si sperde nel verde delle colline, da una parte, e nelll'azzurro del cielo e del mare, dall'altra. Sulla strada tra Manarola e Volastra si incontra la Cantina Sociale della Cooperativa Agricoltura delle Cinque Terre, che offre la possibilità di assistere alla produzione dei rinomati vini locali, attraverso visite guidate su prenotazione. Si tratta di un'esperienza di sicuro interesse che permette di conoscere ancora più a fondo uno dei prodotti più rari e prestigiosi della zona, di addentrarsi ulteriormente nella cultura di questi paesi, di degustare, con uno spirito più consapevole, un vino che non deluderà.

Passeggiate
1) Poco sopra Manarola si trova il paesino di Volastra, conosciuto anche come "paese degli ulivi". Le sue origini risalgono probabilmente all'epoca romana, quando Volastra costituiva una stazione di posta per il cambio dei cavalli. Intorno al 1200-1300 i nuclei più antichi della popolazione si spostarono verso il mare, dando origine a Manarola. La Chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Salute si trova nel piccolo centro di Volastra e risale al X secolo. Questo santuario, la cui visita è molto suggestiva, si presenta come una struttura semplice ma solenne, di concezione e stile romanico, con interessanti aggiunte gotiche nella facciata, quali il portale e la bifora. L'edificio è interamente costruito in pietra, ha una pianta rettangolare e non ha abside. All'interno regna un'atmosfera di intimo raccoglimento, che riporta alla religiosità propria delle chiese romaniche.
2) Scendendo verso il mare ed attraversando tutto il paese, si arriva ai due scali: la Marina e Palaedo. Questi sono uniti da una suggestiva passeggiata intagliata nella roccia a picco sul mare, detta "la stradina di Palaedo", che ricorda il percorso che congiunge Manarola a Riomaggiore, noto come Via dell' Amore. Da piccola strada, salendo una breve scalinata, si accede a Punta Bonfiglio, un'area verde, attrezzata con parco giochi per i bambini, campo da bocce per gli adulti, punto di ristoro per tutti. Posta su un'altura, circondata dai vigneti, la Punta è una terrazza naturale tra terra e mare, ideale per ammirare il fantastico paesaggio, rilassante oasi verde, preziosa sosta durante le escursioni attraverso i sentieri delle 5 Terre.

Riomaggiore

Il primo borgo che s'incontra partendo dalla Spezia è Riomaggiore. Sviluppatosi verticalmente, il paese è attraversato da scale e scalinate che si diramano tra le case, addossate le une alle altre e tinteggiate con i tipici colori liguri. Il materiale di costruzione è locale: le pietre per la muratura, l'ardesia per i tetti, l'intonaco verniciato di giallo o rosa per le facciate.
Sotto la via principale scorre il torrente Rivus Maior, che dà nome al borgo, le prime notizie del quale risalgono a circa sette secoli fa. A Riomaggiore inizia la famosa Via dell'Amore, un sentiero tagliato nella roccia, a picco sul mare, che conduce a Manarola, secondo borgo delle 5 terre. Percorrendo la romantica stradina, ormai nota in tutto il mondo, si ammira lo splendido paesaggio, si ascolta il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, si respira l'inconfodibile salmastro. La posizione amena del sentiero, ricavato nella roccia a strapiombo sul mare, rende la passeggiata un'esperienza naturalistica molto particolare. La sensazione di immergersi completamente nel paesaggio è stata ed è tutt'ora così forte che probabilmente gli abitanti decisero di consacrare la Via al sentimento dell'amore. Si racconta che in passato sia stato rifugio degli innamorati, ispirati dal mare nelle loro romantiche dichiarazioni. Poeti e pittori di fama, stregati dall'incantesimo di questa via sospesa tra cielo e mare, hanno trovato qui il genio per molte delle loro composizioni. La Via dell'Amore rappresenta anche l'inizio di un grande spettacolo naturale, il primo passo verso la scoperta di valori ambientali, storici e culturali di un territorio, preservatosi nella sua primitiva bellezza.

Passeggiate
1) Sul lato sud dell'abitato di Riomaggiore, prolungando la Via dell'Amore, si può percorrere una rilassante passeggiata nel verde, che conduce all'area dell'ex Batteria Racchia sul promontorio del Montenero. Qui le vecchie fortificazioni militari, sistemate su una serie di scalini naturali che degradano ripidamente al mare, sono state recuperate e trasformate in un Centro di Educazione Ambientale: il Centro di Osservazioni Naturalistiche Torre Guardiola. Il Centro è il luogo ideale dove poter incontrare, conoscere, studiare ed osservare la natura delle 5 Terre. Presso Torre Guardiola è attivo un servizio Bird-watching ed è stato istituito il "percorso della scrittura", che conduce il visitatore a creazioni letterarie attraverso tappe guidate e pannelli esplicativi. Il Centro visite funziona anche come punto di riferimento per la raccolta e successiva divulgazione dei testi, creati dagli escursionisti-scrittori.
2) Sempre in località Riomaggiore, ma distaccato dal paese, il Santuario della Madonna di Montenero si erge a circa 340 metri dal mare, lungo la strada Litoranea, che unisce le 5 Terre alla Spezia. Il primo documento della Madonna di Montenero risale all'11 aprile 1335, ma secondo fonti differenti, questo culto sarebbe ancora più antico. La tradizione racconta infatti che il Santuario sia stato fondato da profughi greci nel secolo ottavo. Più difficilmente visitabile rispetto agli altri santuari, ha avuto finora rare aperture in concomitanza con feste religiose e su richiesta al parroco. Ultimamente si stanno attuando nuove iniziative che faciliteranno le visite, come l'allestimento di una sala congressi. Un tempo via di pellegrinaggio, l'escursione al Santuario è oggi una pittoresca ed ombreggiata passeggiata nel verde, con suggestivi scorci sui panorami della Riviera di Levante.